Doriano Vianello nasce a Precenicco (UD) nel 1952.

Artista versatile e poliedrico. Esprime creatività attraverso pittura, scultura, grafica, musica e altro.

Ha maturato la sua formazione avvalendosi di molteplici esperienze e scremature continue per giungere ad acquisire padronanza nel campo delle tecniche tradizionali e sperimentali.

Numerose le mostre personali e collettive alle quali ha partecipato sia in campo nazionale che internazionale, ottenendo stima e riconoscimenti da parte di critica e pubblico.

 

 

sculture2GEOMETRIE INTERATTIVE

La coerenza della produzione artistica di Doriano Vianello nei contenuti e nella formula stilistica che, pur costantemente evolvendosi, rimangono comunque di lui connotativi, si scontra invece con la complessità della lettura dei suoi lavori, giacente su un costante piano di dicotomia, in una zona di contatto degli opposti. In questo artista rivive il travaglio proprio dell’arte contemporanea, anche quella italiana, tra riflessione analitica ed esplorazione della soglia percettiva. Vianello, infatti, opera una profonda riflessione sulla struttura del linguaggio pittorico, sul fondamento di una comunicazione attraverso il quadro e la scultura, privati entrambi di un contesto di significatività reale. L’essere del soggetto nel mondo come funzionalità e quindi riconoscibilità viene a cessare fino a sublimarsi completamente. Al punto che la scultura può ospitare la pittura e la pittura apparire scultura. Siamo in un metalinguaggio. Al pari, Vianello, opera sul tessuto percettivo. I movimenti delle sue geometrie interattive, la ripetitività del segno nel quadro, la presenza sussurrata del colore, operano con una risposta visiva spesso ingannata da una spazialità non esistente. Ecco un’altra biforcazione interpretativa di Vianello: spazio e superficie. L’artista porta lo spazio alla sua inutilità, lo azzera, non server più, perchè non ha alcunchè che vi si collochi.In questo modo ne rende l’infinità e quindi la riconoscibilità. Quanto avviene non ha un dove accadere. Nella pittura di Vianello non ci sono luoghi. Ma anche la superficie, intesa come supporto, si smarrisce.Il perimetro della cornicie non delimita e la tela o il cartone non sono più nemmeno individuabili. La superficie si infossa in strati, uno dopo l’altro, uno sopra l’altro, ma non acquista matericità. Accoglie pluralità di comunicazione senza mutare, simile ad un fotogramma di una pellicola al cui interno rimangono fissati protagonisti e luoghi, colti e bloccati nell’attimo su un pezzetto di nastro di poliestere. La materia non esiste neanche per il colore: la distensione dello stesso è tale che diventa impalpabile, come è la sua natura, nient’altro che vibrazione nella nostra mente. Un velo che Vianello usa per dipingere i suoi pensieri. D’altra parte come egli può trasferire la sua intimità in una forma euclidea? Il tempo si annulla all’interno della psiche, gli avvenimenti si posano per affinità emotiva, per valore simbolico non per ritmo di accadimento. Così rimangono. Ne consegue un apparente fissità che trova contrasto nel dinamismo delle forme, appare una incoerenza propria dell’inconscio che segue invece la razionale progettualità. Doriano Vianello ci cerca e ci ignora, si svela e si nasconde, usa i canoni dell’estetica per poi essere criptico, con una pluralità antinomica che affascina e confonde e che è peculiarità di un artista mature e intelligente, coraggioso e non banale, lontano in questo da quella frettolosità e dal pensiero debole che contraddistingue tanta parte della nostra cultura contemporanea.

Fabio Favretto

dscn2854FILI DI UN PENSIERO

Nell’atto di accostarsi alle opere di Doriano Vianello, sul limitare della soglia d’ingresso alla sua arte, un foglio leggero con una sfingea richiesta attorno allo spessore dell’anima. La domanda così inusuale, necessita, invece, per accedere all’artista; sospesa, essa si rimanda nella risposta ai suoi quadri: non c’è spessezza nella psiche. I pensieri, i sentimenti, le sensazioni, le paure e le speranze, i desideri ed i ricordi, le intimità più nascoste sono forme e colore, ma non sostanza. Si sovrappongono in strati, percolando nell’inconscio, trasparendo tra sfilacciamenti di un incorporeo tessuto temporale, emergendo tra fluttuazioni del nulla. A passarci la mano, i quadri di Vianello non hanno consistenza, volume. Paiono ologrammi realizzati attraverso una tecnologia raffinatissima quando invece si tratta solo di una grande ed evoluta tecnica pittorica. La meccanica della percezione, dunque, resta quasi attonita nell’inganno di questo stile originale e non rimane, allora, altra soluzione che l’adagiarsi nell’accettazione di una realtà possibile. Si aprono così, e solo a questa condizione di abbandono, le porte della comprensione intuitiva e della partecipazione più completa alla tensione emotiva espressa da Vianello nel suo continuo narrarsi con il linguaggio dell’astrazione analitica. Il colore è sciolto da qualsiasi dipendenza descrittiva e dialoga in infinite variazioni cromatiche; la forma di incornicia all’esterno per contrapposizione alla tinta che la racchiude ed all’interno per nuance e sembra quindi ora squarcio ora successione quasi prospettica di finestre sull’ Es. Ingressi all’intimità, episodici oppure ripetuti, fino allora diventare la determinante di una particolare opera in un contesto tautologico quasi ipnotico. L’impatto con i quadri di Doriano Vianello e con le sue grafiche non può altrimenti fondarsi che sulla partecipazione. Va abbandonata la tentazione di farne degli eleganti oggetti di piacere estetico. Centrale, invece, l’interrogarsi piuttosto sulla voluta opacità delle tinte, su certe linee, griglie e ondulazioni che percorrono appena avvertibili, i lavori di Vianello. Si guardi all’infinità dei motivi, ai fili di un pensiero che quasi brutale nella sua sincerità, ma mai violento nel proporsi, si distende sul supporto. Vianello ha il grande merito di essere da 40 anni a questa parte coerente a se stesso, sciolto da obblighi e riferimenti accademici. La sua pittura è diretta, individualista sino all’anarchismo artistico, scevra dal compromesso del compiacere gli altri. Se Vianello descrive il proprio essere, non gli è perciò concesso di cedere la propria spiritualità e così non facendo, si pone nel novero degli artisti contemporanei più genuini ed interessanti. La sua forza espressiva, in bilico tra automatismo e progetto, non si tradisce neanche nelle opere plastiche, sculture tratte dal legno o sagomate su colate di cemento, dipinte, trasformate, fino a diventare pluridimensionali. I confini del reale, nella scultura come nella pittura e nella grafica, sono rarefatti e questa levità sostanzia la produzione artistica di Doriano Vianello, tanto particolare, così profonda e confidenziale, così completa da avvertirsi come sussurro di un’aurea vitale fortemente romantica.

Fabio Favretto

 

dscn1974LA TESSITURA DELLO SPAZIO

Doriano Vianello è impegnato a proporre una serie di opere che mettono in evidenza la più recenti fasi della sua ricerca pittorica e scultorea. Il ritmo del piano dipinto presenta spesso un inistricabile groviglio delle vibrazioni che lo attraversano; la tendenza all’astrazione si conferma in una ricerca che è approdata a esiti di sicura sintesi e di generosa memoria delle esperienze precedenti. Un carico di tremori, di lente passioni, caratterizza una pittura fatta di innumerevoli presenze, segnate con fare seriale, come ideogrammi di una lingua che affida al colore e alla tessitura spaziale la propria ragione significante. Taluni elementi geometrici proliferano sulla superficie o nella tridimensione fino ad assumere l’aspetto di una griglia fitta di elementi costitutivi, dove si afferma la logica deglia abbinamenti, sulla base di un concetto cromatico acceso per contrasto o acquietato per ssonanza. Sulla qualità del lavoro incidono la raffinatezza delle giustapposizioni come ricami di un piano costruito per scanzioni ritmiche, l’ordine razionale delle partiture che riempiono uno schermo orientato verso una connotazione seriale. La forma omogenea del segno, distribuita con accortezza sulla superficie, ora verticalmente, ora orrizzontalmente, crea un assieme compatto, rigorosamente strutturato, che rimanda, per certi aspetti ai lavori d’intarsio e cesello ad armoniose arabescature, a misteriose grafie incise su stele. Doriano Vianello è un pittore meditativo in quanto aderisce a una necessità razionale evidente anche nella rigorosia partitura dello spazio e nella distribuzione calcolata degli effetti cromatici che non lascia spazio alla casualità del gesto intuitivo; sviluppa una poetica tesa al risalto di umori che parlano di toni ascendenti in una scala di colori,sempre oprdinata secondo criteri di gradualità e cadenza da successioni di tinte accuratamente orchestate. C’è nel lavoro di questo artista l’idea di una pittura che nasca da un nucleo generatore e poi, per proliferazione di tracce, si amplifica ripetendo infinitamente quel modulo fino alla realizzazione di una tessitura; questa riesce a tramare di sè lo spazio, variegandolo in una ricerca cromatica sommossa da colori che creano una possibilità di lettura multipla. Piccole figure geometriche, moltiplicate fino all’inverosimile, danno il senso di un ritmo che continua idealmente anche oltre il perimetro fisico del quadro, innescando con l’ambiente un gioco di rimandi affidati alla fantasia dell’osservatore. Nella più recente fase della sua ricerca, Doriano Vianello mira al raggiungimento di una sintesi, che possa sfrondare certe tensioni barocche delle esperienze precedenti; in tal modo semplifica in piano dipinto avvicinandosi talora a un’allusività figurale fatta sbalzare da un fondo chiaro, lasciato libero dall’artista per dar risalto al riferimento formale. Un discorso a parte merita la scultura che, nelle sue superfici riproduce motivi e cadenze della pittura: è il caso delle stele, dove l’armonia del costrutto dà vita a situazioni totemiche, completamente svincolate da una funzione rappresentativa e immesse invece nella finalità di stimolare nell’osservatore una sorta di intervento interattivo.In base a questo le opere possono, sulla base medesima di quanto esibiscono, trasformarsi virtualmente in altro ancora, lungo un processo di inarrestabile ulteriorità, proprio come fossero tasselli di partenza di un puzzle che può avere una miriade di soluzioni combinatorie.

Enzo Santese